Il percorso
Il percorso ha inizio con la ricostruzione di un “màrcatu” (piazza Valguarnera), il luogo in campagna dove avveniva la produzione del formaggio comprendente tutte le strutture ad essa correlate: focolaio, salatoio, pagliaio e recinti per lo stazionamento e mungitura delle pecore e delle capre. Poco oltre (largo Acquedotto) il visitatore ha potuto gustare i prodotti del màrcatu, i formaggi e la ricotta fresca accompagnati dal pane casereccio, prima di immergersi nella quotidianità di un secolo fa in una delle più suggestive vie del borgo (via Castello): qui ha incontrato le figure che popolavano il borgo, il “viddàno” che tornava dalla campagna con un fa-scio di legna caricato sulle spalle, il “monaco di cerca” con l'asino, i bambini che giocavano chias-sosi in strada, le donne sedute davanti l’uscio di casa alle prese col “tòmbolo” e col ricamo, un gruppo di vedove che uscivano dalla chiesa, il capraio che vendeva il suo latte – di cui i visitatori hanno potuto fare assaggio -, e ancora le nobildonne a passeggio, il soprastante del feudo e i campieri, il “lampionaro” che si apprestava ad accendere i fanali a petrolio, con uno sguardo agli ambienti familiari di casa fedelmente riproposti, il “telaio” per la tessitura, la massaia intenta a preparare con acqua e farina una delle specialità di pasta fresca – i “tagliarìni” - e i vari mestieri. Poco oltre (piano della Catena) la rievocazione ha riproposto la “'nzìnga”, le varie fasi del fidan-zamento di una volta con l’incontro formale delle due famiglie e il festeggiamento a base di dolci, confetti verdi e il tipico “rosòlio”.
Memorie e tradizioni 2012
"a pasta ccu maccu"
e il sano vivere antico